Suspiria di Luca Guadagnino (2018)



Italia, USA 2018
Titolo Originale: Suspiria
Regia: Luca Guadagnino
Sceneggiatura: David Kajganich
Cast: Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloë Grace Moretz, Mia Goth, Vanda Capriolo, Jessica Harper, Lutz Ebersdorf, Sylvie Testud, Ingrid Caven, Renée Soutendijk, Angela Winkler, Elena Fokina, Fabrizia Sacchi, Christine Leboutte, Marjolaine Uscotti, Alek Wek, Małgosia Bela, Brigitte Cuvelier, Clémentine Houdart, Vincenza Modica
Durata: 152 minuti
Genere: Horror


Oramai negli ultimi anni è sempre più comune vedere remake di film classici che poi, il più delle volte, alla visione, si rivelano essere un po' ininfluenti per il mondo del cinema se non, addirittura, davvero dei brutti film. Per quanto riguarda il cinema horror il fenomeno dei remake e dei reboot ha ormai preso piede da almeno un ventennio, per non parlare poi di tutti quei film che magari nascono da una sceneggiatura originale, ma poi si rivelano essere la copia sputata di altri film appartenenti allo stesso sottogenere dell'horror, vedi ad esempio tutti i film sugli esorcismi o sulle case infestate. Si vociferava ormai da anni del remake del "Suspiria" di Dario Argento, che non è solo tra i miei horror preferiti, ma probabilmente lo inserirei in un possibile ventello di film preferiti in assoluto, se mai venissi costretto a stilarlo con una pistola alla tempia. Se ne parla infatti già dal 2008, quando David Gordon Green, già visto nel 2018 nel buonissimo "Halloween", stava preparando un film le cui protagoniste sarebbero state Isabelle Huppert, Janet McTeer e Isabelle Fuhrman. Il progetto poi fallì e non se ne parlò più fino al 2015, anno in cui Luca Guadagnino riprese in mano il progetto, collaborando con lo sceneggiatore David Kajganich, con cui aveva già lavorato in "A Bigger Splash" del 2016. Guadagnino però ha decisamente altre idee riguardo ad un remake del capolavoro di Dario Argento: prendere la stessa ispirazione - il romanzo "Suspiria De Profundis" di Thomas de Quincey - realizzando però il suo film, una sua rivisitazione della stessa storia che si rivelerà poi essere profondamente diversa dal film originale. Scelta che quanto meno si rivela coraggiosissima rispetto al realizzare il solito remake che segue le vicende del film originale, risultandone una specie di upgrade a livello tecnico visto che ormai sono passati quarant'anni dalla sua uscita.
Siamo nel 1977, in Germania: la ballerina Susie Bannion, interpretata da Dakota Johnson sulla quale ovviamente torneremo, si trasferisce a Berlino dopo essere stata ripudiata dalla madre e dalla comunità in cui viveva. Il suo intento è quello di fare parte della Markos Tanz Company, compagnia di ballo che ha appena perso una delle sue allieve, Patricia interpretata da Chloë Grace Moretz, che pare essersi unita alla RAF. La realtà però è ben diversa: la ragazza è scomparsa dopo aver raccontato allo psicoterapeuta Jozef Kemplerer, interpretato da Tilda Swinton, di aver scoperto nella sua scuola la sede di un covo di streghe seguaci di Helena Markos, interpretata da Tilda Swinton, che si ritiene essere Mater Suspiriorum. Arrivata nella nuova scuola Susie si dimostra subito talentuosissima nel ballo, tanto da attirare le attenzioni di Viva Blanc, interpretata da Tilda Swinton, che ha il compito di trovare una ragazza per Helena Markos, ma anche di tentare di scalare la leadership della congrega, in quanto nutre dubbi sull'effettiva identità della Markos, che non addirittura non crede essere Mater Suspiriorum.
Decidi di passare la sera del primo dell'anno - dopo aver bevuto l'impossibile la notte prima - al cinema e lo fai con uno dei film più coraggiosi di questa annata ed ecco che ti ritrovi a pensare di non aver desiderato di meglio per questo film, sul quale si discuteva ben prima della sua uscita nelle sale. Il film è suddiviso in sei atti più un epilogo, ciascuno dei quali si concentra su un diverso aspetto della vicenda, portando avanti la trama principale. Con questo film, in tutta la sua durata Luca Guadagnino mostra tutto il suo talento visivo, creando delle scene estremamente curate ed estremamente evocative, senza pigiare mai sull'acceleratore, ma tenendo sempre alta la soglia di attenzione dello spettatore. Questa sua versione di "Suspiria" - che modifica profondamente anche la trama del film scritto da Dario Argento - è molto più riflessiva, più onirica e dà ai personaggi più ambiguità: pur continuando a preferire l'originale, la versione di Guadagnino è bella in un modo diverso rispetto a quella di Dario Argento che era sicuramente più sanguinolenta e che si concentrava però molto meno sul far quadrare tutti gli aspetti della sceneggiatura. Sono affascinantissime tutte le scene ambientate nella stanza degli specchi, ma soprattutto la scena del primo ballo di Susie, di cui si erano già sentite cose abbastanza clamorose. Estremamente sexy poi la scena dello spettacolo con i drappi rossi, già conosciuta ancor prima della visione del film viste le foto che circolavano: estremamente sexy, ma anche estremamente inquietante, grazie alla colonna sonora di Thom Yorke, il cantante dei Radiohead.
Si deve poi per forza passare alle interpretazioni delle protagoniste del film: innanzitutto doveroso parlare di Tilda Swinton che interpreta ben tre ruoli, tra cui uno maschile. Ovviamente ottima in tutti e tre, è quello di Viva Blanc che si farà ricordare maggiormente per la sua estrema ambiguità e per il fatto che ogni dialogo in cui è protagonista metta ancora più inquietudine e sospetti sul suo personaggio. Il suo dualismo con Susie, che entra sicuramente subito nelle sue grazie per la sua estrema bravura nella danza, è quasi un rapporto materno e non si sprecano consigli da parte dell'una all'altra, con la questione del rapporto materno che per Guadagnino diventa in qualche modo vitale per la riuscita della sua pellicola. Ritorniamo però sulla protagonista Dakota Johnson che mi è piaciuta da morire: se in "Cinquanta sfumature di grigio" - unico film della trilogia che ho visto - non riuscivo a trovarla minimamente sexy, qui il suo personaggio ha una sensualità mai vista, con l'attrice che riscopre, in qualche modo, di saperci davvero fare, quando messa nelle giuste condizioni.
Il "Suspiria" di Luca Guadagnino è dunque un film che consiglio vivamente di vedere a chiunque abbia apprezzato il lavoro di Dario Argento, ma anche a chi non lo dovesse avere mai visto, a patto però di non fare confronti tra i due film che in comune hanno solo il soggetto da cui sono tratti, prendendo poi strade completamente differenti: il "Suspiria" di Dario Argento prosegue spedito per tutta la sua durata, con inquadrature ricercate che rendessero artistico ogni schizzo di sangue, il "Suspiria" di Guadagnino è molto autoriale, si concentra molto sulla sceneggiatura e sull'ambiguità dei personaggi, risultando più che pauroso, inquietante ed estremamente intrigante.

Voto: 8

Commenti

  1. Affascinantissimo e stratificato. Non vedo l'ora di rivederlo, magari in lingua originale, per coglierne nuove sfumature (Dakota, non di grigio). ;)

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  2. Purtroppo non condivido l'entusiasmo. E' senz'altro un film coraggioso e visivamente splendido (ma tutti i film di Guadagnino lo sono) però l'ho trovato sconclusionato e pesante: troppa carne al fuoco, troppe tracce e sottotracce inutili, che nuociono al ritmo del film e non portano a nulla, 152 minuti che mi sono parsi interminabili, che allentano la tensione e diluiscono nella noia anche le pochissime scene davvero horror. Per me è stata una delusione cocente. Imparagonabile con l'originale, di sicuro molto meno pretenzioso di questo.

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  3. Coraggio, sfrontatissimo a tratti oltraggioso.Ci ho messo una giornata a metabolizzarlo...

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