L'uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam (2018)



Regno Unito, Spagna, Francia, Portogallo, Belgio
Titolo Originale: The Man who Killed Don Quixote
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Tony Grisoni, Terry Gilliam
Cast: Adam Driver, Jonathan Pryce, Joana Ribeiro, Stellan Skarsgård, Olga Kurylenko, Jason Watkins, Óscar Jaenada, Sergi López, Rossy de Palma, Jordi Mollà, Paloma Bloyd, Eva Basteiro-Bertoli
Durata: 132 minuti
Genere: Avventura, Commedia


Il mio rapporto con il cinema di Terry Gilliam non è mai stato particolarmente idilliaco: per usare una metafora per me Terry Gilliam è un po' come quel conoscente che non vedi spesso, con cui esci magari una volta ogni tanto, con cui parli tranquillamente e ti ci diverti pure, ma non riesci a considerare per davvero un tuo amico - sempre se alla parola amico non dai lo stesso peso che gli dà Facebook. Terry Gilliam è un regista di cui mi piace qualche film, tra quelli che ho visto, di cui ne amo veramente solo uno, "L'esercito delle 12 scimmie", che però non riesco ad amare, un po' perchè troppo cervellotico lui di suo, per lo meno nei film che ho visto, un po' perchè forse il suo cinema non riesce a toccare nel modo giusto le mie corde. Presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes, "L'uomo che uccise Don Chisciotte" è uscito nelle sale italiane alla fine di Settembre dello scorso anno, ma io sono riuscito a vederlo solamente nel corso dei primi giorni di questo 2019. Un gestazione, quella di questo film, durata ben vent'anni: al 1998 infatti risale una prima stesura della sceneggiatura del film, le riprese erano pure incominciate, ma il tutto si arenò a causa di una lunga serie di sfighe capitate sul set. Altri tentativi furono fatti tra il 2005 e il 2016, senza mai andare in porto, fino a quando nel 2017 il tutto diventò definitivo, con le riprese che durarono poco più di tre mesi e con Adam Driver - lo scorso anno decisamente on fire - come protagonista della pellicola. Sfiga vuole, tra le altre cose, che lo stesso Terry Gilliam rischiò lo scorso anno di non vedere nemmeno la sua opera quasi ventennale, venendo colpito da un ictus poco prima di presenziare alla proiezione al Festival di Cannes.
Toby Grisoni, interpretato da Adam Driver, è un regista pubblicitario in estrema difficoltà nel girare uno spot pubblicitario a tema Don Chisciotte. In seguito ad una cena Tony compra un DVD da un venditore ambulante di un cortometraggio in bianco e nero girato da lui stesso quando era uno studente: il protagonista era proprio Don Chisciotte, che fa ricordare lui del vecchio Javier, interpretato da Jonathan Pryce, che aveva interpretato il ruolo del protagonista nel suo corto. Tony decide dunque di recarsi a Los Sueños, dove aveva girato il suo cortometraggio, dove scopre che le cose sono molto cambiate da quando era uno studente: Angelica, la donna di cui si era innamorato, è fuggita da casa, mentre Javier si è convinto di essere davvero Don Chisciotte, diventando un fenomeno da baraccone utilizzato per attirare turisti.
Ho avuto per quasi tutta la durata della pellicola sentimenti un po' contrastanti, con i quali convivo ancora ora che sto scrivendo la recensione di questo film, che mi ha messo profondamente in difficoltà. Ho già detto, proprio all'inizio di questo post, quanto non sia particolarmente avvezzo al cinema di Terry Gilliam, mi piace il più delle volte, non sempre, ma non lo amo, ricordate? Ecco, la parte iniziale della pellicola mi è risultata un po' pesante, addirittura un po' piatta e forse anche il fatto che fosse uno dei film più attesi del regista ha giocato, in modo negativo, su quelle che erano le mie aspettative. La seconda parte del film però sale enormemente di livello e ci mostra, di contro, tutte quelle parti che apprezzo del cinema di Terry Gilliam: momenti abbastanza pazzoidi che alternano interessanti riflessioni sull'animo umano e momenti quasi comici, grotteschi, a volte addirittura tragicomici, con i personaggi di Toby e di Javier che mostrano tutta la loro malinconia allo spettatore, la stessa malinconia che probabilmente affligge il cinema dello stesso Terry Gilliam, da "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il Diavolo" in poi.
Interessantissime le performance a livello recitativo di un Adam Driver che ormai è sempre più lanciato nel cinema che conta, riuscendo a dare al suo personaggio tutte le caratteristiche necessarie: un po' pieno di sè, un po' legato al suo passato e in qualche modo nostalgico. Ottima anche la performance di Jonathan Pryce, il cui Javier è pazzesco, divertente nei momenti di pura follia, emozionalmente carico nei momenti di lucida follia. "L'uomo che ha ucciso Don Chisciotte" risulta dunque essere un film che si assesta su buoni livelli, che dopo una prima parte non troppo convincente sale abbastanza di colpi... ma nemmeno questa è la pellicola che riuscirà a farmi amare Terry Gilliam.

Voto: 7

Commenti

  1. Questo film si porta dentro ancora i segni del film che avrebbe dovuto essere, quindi alcuni passaggi sembrano girare un po’ a vuoto, ma trovo che Gilliam abbia fatti benissimo a non negare il lungo travaglio produttivo, lo considero uno dei miglior film del 2018, parte zoppo e finisce alla grande. Dici bene non è il film che consiglierei a nessuno per iniziare ad amare il cinema di Gilliam, ma penso che abbia dentro di sé tante cosette per cui una grossa fetta di pubblico potrà apprezzare almeno questa versione di Don Chisciotte, il resto lo fa la perseveranza di Gilliam che è ammirevole, e ti capisco quando dice che lo frequenti poco, Terry è matto! ;-) Cheers

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  2. Io invece Terry Gilliam lo adoro, ho fatto una rassegna l'anno scorso che me lo ha fatto amare maggiormente, questo sembra essere un ritorno al passato qualitativamente parlando, che certamente mi ha fatto molto piacere :)

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