La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi (2017)



Italia 2017
Titolo Originale: La ragazza nella nebbia
Regia: Donato Carrisi
Sceneggiatura: Donato Carrisi
Cast: Toni Servillo, Jean Reno, Ekaterina Buscemi, Alessio Boni, Lorenzo Richelmy, Galatea Ranzi, Antonio Gerardi, Michela Cescon, Lucrezia Guidone, Daniela Piazza, Jacopo Olmo Antinori, Marina Occhionero, Sabrina Martina, Greta Scacchi
Durata: 127 minuti
Genere: Thriller


Ho già avuto modo di dire più volte in questa sede che non sono un grande lettore: da una parte non sempre provo piacere nel farlo, mentre dall'altra riconosco di essere anche particolarmente lento nel farlo ed ho bisogno di leggere a piccole dosi, massimo una mezz'oretta al giorno, principalmente quando sono in metropolitana per andare al lavoro ed isolarmi dal resto della gente. Quando l'anno scorso uscì "La ragazza nella nebbia" ero rimasto particolarmente affascinato dal trailer e ritenevo che l'operazione di far dirigere un film tratto da un romanzo a colui che lo aveva scritto fosse interessante, in primo luogo per l'esordio di un regista, in secondo luogo per vedere come lo scrittore del libro si era immaginato alcune scene mentre le scriveva. All'epoca però non avevo letto l'omonimo romanzo, che sono riuscito a recuperare la scorsa estate rimanendone abbastanza soddisfatto. Non conoscevo Donato Carrisi come scrittore e la lettura de "La ragazza nella nebbia" mi ha convinto a recuperare altri suoi romanzi e ora, dopo l'interminabile lettura de "La regina scalza" di Ildefonso Falcones, sto leggendo "Il tribunale delle anime" e ne sto rimanendo particolarmente coinvolto. È dunque una delle prime volte che posso parlare della trasposizione cinematografica di un romanzo e farne un confronto con cognizione di causa. Per essere tra l'altro il primo film da regista per Donato Carrisi, c'è da dire che la produzione si è impegnata particolarmente per dargli un cast più che valido: Toni Servillo interpreta l'ispettore Vogel, mentre Jean Reno interpreta Flores, psicologo che intervista l'ispettore in seguito ad un incidente dall'inizio del film. Fondamentalmente i nomi di grido sono questi due, ma per un'opera prima diciamo che sono grasso che cola, ora rimane da vedere se il film ha saputo soddisfarmi come il romanzo.
Doveroso un breve accenno sulla trama: l'ispettore Vogel viene ritrovato in seguito ad un incidente stradale con alcune macchie di sangue sulla camicia. Non ricorda nulla di ciò che gli è accaduto e verrà portato da Flores, uno psichiatra, che dovrà capire se l'ispettore non ricordi davvero o finga. Nel corso dell'interrogatorio si tornerà indietro a qualche giorno prima di Natale, giorno in cui ad Avechot scomparve Anna Lou Kastner, interpretata dalla giovane Ekaterina Buscemi, nel quale proprio l'ispettore Vogel, assieme all'agente Borghi, interpretato da Lorenzo Richelmy, vengono chiamati ad indagare sull'accaduto. Vogel però non è un ispettore convenzionale, non si fida più di tanto della scientifica, ma è fermamente convinto che un caso apparentemente irrisolvibile si possa risolvere con l'aiuto dei media, che lui intende manipolare a suo piacimento con l'intento di dare un colpevole all'opinione pubblica, indipendentemente dalla sua effettiva colpevolezza. Dopo giorni di nulla il primo indiziato diventerà il professor Loris Martini, interpretato da Alessio Boni, che insegna nella scuola frequentata da Anna Lou e dalla sua migliore amica e per lui, che si professa innocente, inizierà un incubo fatto di indagini e scalpore mediatico.
Non essendo un nazista della trasposizione - per quei pochi libri che ho letto prima di guardarne il film tratto - solitamente poco mi interessa il confronto se sia meglio il film o sia meglio il libro: mi godo il film per quello che è, così come tempo prima mi sono goduto il libro, in quanto opere di tipo differente e quindi da giudicare con parametri differenti. C'è però da dire, in questo caso, che praticamente tutto nel film corrisponde a ciò che viene narrato nel romanzo, tranne un piccolo particolare nel finale in cui Carrisi ha deciso di rendere una particolare immagine, che non voglio spoilerare, in un modo decisamente originale e forse addirittura migliore rispetto a quello della carta stampata. Seguendo in maniera pedissequa il romanzo sapevo già, in quasi ogni scena, che cosa aspettarmi e più che altro la curiosità stava nella resa su schermo di ciò che era scritto nel romanzo. C'è da dire che da un punto di vista prettamente narrativo, sia il romanzo che il film sono molto più lineari di quanto si possa pensare. Siamo davanti ad un thriller abbastanza classico che pone la sua unica differenza nel metodo peculiare dell'ispettore Vogel di non servirsi di prove scientifiche, ma di smascherare il colpevole tramite l'accentramento mediatico. Da questo punto di vista, romanzo e pellicola sono particolarmente cattivi e nemmeno tanto velata è la critica alla ricerca di un colpevole a tutti i costi da parte delle mille trasmissioni televisive di cronaca nera che vediamo sulle nostre televisioni. Un problema a livello narrativo, ovviamente sia del film sia del romanzo, secondo me risiede nel fatto che un elemento fondamentale per la risoluzione del caso venga svelato decisamente troppo tardi e il finale risulti quasi sbrigativo. La regia di Donato Carrisi non mi è sembrata nulla di eccezionale, ma comunque dimostra una certa padronanza del mezzo con alcune sequenze veramente interessanti a livello visivo e altre in cui il ritmo, soprattutto nella parte centrale, cala abbastanza.
Dal punto di vista recitativo sono rimasto soddisfattissimo dalle performance di Toni Servillo, che è sempre una sicurezza, sia da quella di Jean Reno, che, pur essendo un personaggio secondario, recitando in italiano senza essere doppiato riesce comunque a mangiarsi lo schermo ogni volta che è presente in scena. Da ricordare anche la performance di Alessio Boni, che non avevo mai visto in nessun suo film precedente, che riesce a risultare ambiguo e a tratti anche parecchio inquietante nelle fasi in cui le indagini si stanno concentrando su di lui. Malino invece per quanto riguarda i due attori che interpretano i genitori di Anna Lou, che forzano particolarmente la loro interpretazione e sembrano quasi degli attori da fiction televisiva dal livello mediocre. Insomma, il film mi ha mediamente soddisfatto, senza strafare riesce ad essere una trasposizione fedele che non aggiunge nulla di nuovo al romanzo - essendone fin troppo fedele - in cui però è interessante vedere come Donato Carrisi si era immaginato ciò che stava scrivendo durante la stesura del romanzo. E il livello, pur con qualche ingenuità da opera prima, è piuttosto buono.

Voto: 7

Commenti

  1. Esordio che, soprattutto per l'eleganza della resa, ha del sorprendente.
    L'ho anche preferito al romanzo, comunque già molto cinematografico di per sé. Boni, da me molto sottovalutato, proprio bravo e versatile.

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  2. Non impossibile intuire il colpevole, ma non è comunque un difetto, mi è piaciuto, rivedere Jean Reno è stato un piacere, lo davo per disperso ormai ;-) Cheers

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  3. Non ho visto il film e nemmeno letto il romanzo. Da sempre, però, il "personaggio" di Donato Carrisi e la sua sfida tra letteratura e cinema mi incuriosiscono. Tra i prossimi recuperi :)

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