I Kill Giants di Anders Walter (2017)



USA, Regno Unito, Cina, Belgio 2017
Titolo Originale: I Kill Giants
Regia: Anders Walter
Sceneggiatura: Joe Kelly
Cast: Madison Wolfe, Imogen Poots, Sydney Wade, Rory Jackson, Zoe Saldana, Jennifer Ehle, Noel Clarke, Ciara O'Callaghan
Durata: 106 minuti
Genere: Fantasy, Drammatico


Ho visto nello scorso mese molti post riguardo al film prodotto e distribuito da Netflix tratto dalla graphic novel omonima scritta da Joe Kelly e disegnata da J. M. Ken Nimura - graphic novel che, per la cronaca, non ho letto - così mi sono convinto, pur con qualche riserva, visto che comunque le recensioni non sono mai state veramente entusiaste, a dargli un'opportunità, non sapendo però bene che cosa mi sarei trovato davanti. La regia viene affidata a Anders Walter, non notissimo al grande pubblico e con soli quattro film all'attivo, mentre nei ruoli più importanti del film abbiamo la giovane Madison Wolfe ad interpretare la protagonista Barbara, già vista in "Trumbo" e in "The Conjuring - Il caso Enfield", Imogen Poots ad interpretare il ruolo di Karen, la sorella di Barbara, attrice di cui sono giustamente innamorato, infine Zoe Saldana ad interpretare la signorina Mollè, psicologa della scuola frequentata da Barbara e già vista in molti ruoli, tra cui quello di Gamora nei film del Marvel Cinematic Universe.
La trama della pellicola non è, già in partenza, una delle più allegre, ma ripeto, prima della visione non sapevo, sinceramente, che cosa aspettarmi. Tutto ruota attorno a Barbara, ragazzina che vive con la sorella maggiore Karen e con il fratello. Spesso viene bullizzata a scuola, ma a lei importa poco e di notte conduce una specie di seconda vita in cui dà la caccia ai giganti, aiutata dalla sua fidatissima arma che lei chiama Covaleski. Nel corso del film farà amicizia con Sophia, interpretata da Sidney Wade, ed inizierà ad intrattenere un rapporto particolare con la signorina Mollè, psicologa della scuola che frequenta.
Iniziato a vedere come fosse un film fantastico, che parla delle fantasie di una bambina, mi sono ritrovato sin dall'inizio davanti al tipico film che non ti aspetti, quello in cui leggere la trama a scatola chiusa potrebbe risultare addirittura ingannevole, perchè pian piano si trasforma in una metafora sull'affrontare le proprie paure in un'età certamente difficile per chiunque, ancora di più se si custodisce un segreto gigantesco e datore di enorme sofferenza come quello di Barbara. Un film che inizialmente si prende, a livello di ritmo della narrazione, tutti i suoi tempi, con una fotografia piuttosto ben curata e patinata e con le inquadrature che indugiano molto con la protagonista, seguendola come un'ombra in qualsiasi delle attività in cui è sempre affaccendata, attività che ci vengono mostrate con una certa curiosità, ma mai veramente spiegate se non attraverso le parole con cui la protagonista si confida con la sua amica e con la psicologa della scuola. Interessante è poi una scena in particolare, a livello tecnico, in cui viene narrata dalla stessa Barbara la storia sulla nascita dei giganti, girata come scena animata che fa da ottimo intermezzo rispetto al resto della pellicola. Mi è poi piaciuto abbastanza, ed è strano per una pellicola di Netflix, il modo in cui i giganti sono stati disegnati e riprodotti con la computer grafica. Purtroppo però è stata proprio la trama a non convincermi del tutto, semplicemente perchè ad un certo punto, conscio di aver già visto lo splendido "7 minuti dopo la mezzanotte", mi sono accorto che in qualche modo, grazie anche a qualche indizio, già sapevo dove la pellicola sarebbe andata a parare.
Una pellicola dunque in cui la recitazione appare nella norma da parte di tutti, in cui secondo me spicca Imogen Poots con il suo tormentatissimo personaggio che sarebbe potuto essere anche più interessante della protagonista, ma per svilupparlo sarebbe servito un altro film collaterale, in cui la trama mi ha dato la sensazione di già visto e in cui mi è piaciuta la regia e la fotografia, anche se lettori della graphic novel sostengono che non renda al meglio l'atmosfera che si respira leggendo l'opera letteraria. Una cosa che sicuramente non posso sapere e che dovrò toccare con mano, nel caso. Resta sicuramente il fatto di trovarci davanti ad una pellicola che risulta una buona metafora sull'affrontare le proprie paura, i propri giganti, in momenti difficili della propria vita, ma che a livello narrativo e tecnico perde impietosamente il confronto con l'altro film uscito di recente e che parla dello stesso argomento, in un modo per altro molto simile.

Voto: 6+

Si è parlato in tempi recenti di "I Kill Giants" anche sul Bollalmanacco e sul Cumbrugliume. Passate anche da loro, che ne hanno scritto sicuramente meglio del sottoscritto!

Commenti

  1. Prova a vederlo. Per me non è nulla di grandioso, ma una guardata se la lascia dare ecco.

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