MOVIES FOR HALLOWEEN - The Nun - La vocazione del male di Corin Hardy (2018)
USA 2018
Titolo Originale: The Nun
Regia: Corin Hardy
Sceneggiatura: Gary Dauberman
Cast: Demián Bichir, Taissa Farmiga, Jonas Bloquet, Charlotte Hope, Ingrid Bisu, Gabrielle Downey, Bonnie Aarons
Durata: 96 minuti
Genere: Horror
Inizia, come di consueto nella settimana di Halloween, la solita rubrica dedicata interamente ai film horror, che quest'anno sarà composta da soli tre episodi nonostante nell'ultimo periodo un paio di horror interessanti siano usciti quanto meno in rete e sarebbe potuta essere ben più corposa: oggi si parlerà di "The Nun", domani sarà il turno di un horror islandese presente su Netflix e Mercoledì - un po' più tardi rispetto al solito vista la concomitanza con un altro evento a cui ho voluto assolutamente partecipare - non sarà difficile immaginare di quale film parlerò, soprattutto se mi avete seguito in questi ultimi due mesi. Rimaniamo però ben concentrati su "The Nun - La vocazione del male", terzo spin-off nato dalle costole della saga di "The Conjuring" dopo "Annabelle" e "Annabelle 2: Creation" entrambi dedicati alla bambola demoniaca presente in "L'evocazione - The Conjuring", entrambi precedenti agli eventi narrati nel primo film della saga. Nel secondo film "The Conjuring - Il caso Enfield" veniva introdotto il demone Valak, un'altra delle figure con cui i coniugi Warren hanno avuto a che fare nella loro carriera di investigatori del paranormale - anche se secondo me erano due gran ciarlatani che hanno avuto il merito di scrivere soggetti per buoni film horror con i quali il buon James Wan ha deciso di iniziare a contare i soldi grazie all'universo cinematografico da lui creato e di non smettere per qualche anno -, lo stesso demone a cui è dedicato questo altro spin-off. Alla regia ovviamente non si mette James Wan, impegnato a contare i danari e a delegare, ma il mestierante quasi esordiente Corin Hardy, che se nella sua carriera ha diretto un solo film prima di questo, "The Hallow", che tra l'altro conoscono in tre persone, un motivo ci sarà pure. Siccome non vogliamo far dimenticare ai fan dell'universo cinematografico che ci troviamo all'interno della linea narrativa di "The Conjuring" e siccome non possiamo avere Vera Farmiga nel cast, chiamiamo la sorellina, nata nel 1994, Taissa Farmiga che, non fraintendetemi, io adoro vuoi per i suoi ruoli in "American Horror Story" vuoi per la sua bellezza particolarissima che la rende estremamente affascinante. Ad interpretare Valak, con il quale su Facebook i soliti buonisti da "insegui comunque i tuoi sogni anche se nessuno crede i te" ci hanno scartavetrato i coglioni, c'è Bonnie Aarons, donna tutto naso per la quale circolano in rete frasi per cui alcuni produttori avrebbero detto che con quel naso non avrebbe mai potuto essere un'attrice. Ora io non vorrei essere cattivo, ma se questa la conoscono tutti per il suo naso e per il suo ruolo da suora demoniaca truccata in modo da essere resa il più possibile brutta ci sarà anche un motivo, non credete? Che poi a me in "The Conjuring - Il caso Enfield" il suo personaggio aveva fatto veramente paura, quindi si sarebbe potuto evitare tutto sto teatrino e glissare sulla cosa invece che farmi notare quanto questa attrice quando fa segno di no sparecchia la tavola e quando fa segno di sì affetta il pane.
Siamo nel 1952, quindi secondo la linea temporale dell'universo cinematografico questo sarebbe il primo film, in Romania: due suore cattoliche che vivono in un monastero vengono attaccate da una forza demoniaca mentre sono in un tunnel per recuperare un'antica reliquia cristiana. Una delle due suore riesce a fuggire e a sopravvivere all'attacco, ma si impicca lanciandosi da una finestra e il suo corpo ancora appeso viene scoperto qualche giorno dopo da un fattorino che consegna le provviste alle suore. Il Vaticano, essendo venuto a conoscenza dell'accaduto, decide di inviare in missione al monastero Padre Burke, interpretato da Demiàn Bichir, e Suor Irene, che sta per completare il suo noviziato, interpretata da Taissa Farmiga che vestita da suora perde praticamente tutto il suo sex appeal. Partiamo da un presupposto molto molto semplice: per quest'anno, dopo aver visto "Hereditary - Le radici del male", devo togliermi dalla testa l'idea di vedere un horror bello come quel film e devo abbassare l'aspettativa. Non che per "The Nun - La vocazione del male" l'aspettativa fosse alta nè tanto meno sopra alla media degli horror che ho visto in questa annata, ma devo decisamente togliermi dalla testa il fatto di aver visto quel film. Ora, dopo essermelo tolto dalla testa, posso tranquillamente dire che "The Nun - La vocazione del male" è l'ennesimo horrorino senza arte nè parte, che si basa su dei fottutissimi clichè e in cui i jumpscare, quell'espediente tipico del cinema horror che fa finire la paura all'istante piuttosto che coltivarla, la fanno da padrone. Ora io continuerò a dirlo: se arriva uno all'improvviso nel buio e vi strilla nell'orecchio vi spaventa, è ovvio, ma una volta terminato lo scossone, anche la paura è finita ed è un po' il concetto di coltivare la paura piuttosto che farla esplodere in piccoli momenti che manca al cinema horror di questi ultimi anni.
Partendo dal presupposto che la storia sia mal costruita e che il regista non si sia nemmeno messo troppo d'impegno nel tentativo di spaventare lo spettatore, arriviamo alla cosa che più mi ha disturbato - nel senso negativissimo del termine - in questa pellicola: Valak non sembra quasi essere un demone, ma un bambino che fa gli scherzoni per spaventarti, non sembra avere nessuna motivazione plausibile e quando la sua motivazione viene rivelata ci si accorge di quanto questa sia buttata all'aria, tanto per dare una spiegazione. Piuttosto che una spiegazione buttata lì senza motivo avrei quasi preferito che Valak fosse un demone con un certo gusto per gli scherzi, almeno non mi sarei messo a ridere così fragorosamente durante la visione. Non solo gli scherzi di Valak non spaventano, ma sembrano anche essere costruiti in modo da non fare davvero del male ai personaggi, vedi ad esempio la scena in cui Padre Burke viene seppellito vivo, che contiene da sola un paio di buchi di sceneggiatura che sembrano delle vere e proprie voragini.
E tutto questo è un peccato: passino i buchi di sceneggiatura e passino gli errori tecnici, ma con un'ambientazione come un convento di suore, che mi inquieterebbe anche al di fuori di un film horror, sarebbero bastati davvero pochi accorgimenti per fare un film quanto meno decente e mettere un po' di paura, quanto meno a me. Il convento di suore è una di quelle robe che fa così tanto film horror che è quasi più facile azzeccare il film andando sul sicuro che sbagliarlo: Corin Hardy è stato bravissimo in questo... è riuscito a sbagliarlo completamente.
Voto: 3
Anch'io post a tema, oggi, ma The Nun manca.
RispondiEliminaL'ho perso al cinema e aspetto uno streaming in buona qualità.
A questo punto, intuisco, senza neanche troppa ansia. ;)
Buongiorno,
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