Predator 2 di Stephen Hopkins (1990)




USA 1990
Titolo Originale: Predator 2
Regia: Stephen Hopkins
Sceneggiatura: Jim Thomas, John Thomas
Cast: Danny Glover, Kevin Peter Hall, Maria Conchita Alonso, Gary Busey, Bill Paxton, Rubén Blades, Adam Baldwin, Robert Davi, Kent McCord, Calvin Lockhart, Michael Mark Edmondson, Henry Kingi
Durata: 108 minuti
Genere: Azione, Fantascienza, Horror


Ormai "The Predator" diretto da Shane Black è uscito da un paio di settimane, ma già al tempo del primo episodio di questa rubrica dedicata alla saga di "Predator" avevo detto che sarei stato in ritardo imbarazzante con la scrittura dei post - in realtà nel momento in cui scrivo ho già visto anche "Predators" e persino "The Predator", ma preferisco distribuirli nel tempo piuttosto che dedicare un'intera settimana solo a un argomento. Ora siamo qui per parlare del secondo capitolo, arrivato nelle sale cinematografiche solamente tre anni dopo il suo predecessore e con un vero e proprio reset, sia a livello di trama, sia a livello di cast. Non abbiamo più ad esempio Arnold Schwarzenegger, che era l'unico sopravvissuto del precedente film, così come non abbiamo più John McTiernan alla regia, bensì Stephen Hopkins, regista che fino ad allora aveva diretto solo due film, tra cui "Nightmare 5 - Il mito", e dopo non è che sia stato poi così prolifico, ricordo di aver visto solo "Race - Il colore della vittoria". Nel cast vengono chiamati Danny Glover, reduce dai primi due capitoli della tetralogia di "Arma letale", per interpretare il tenente Mike Harrigan, mentre suoi compagni fidati sono Maria Conchita Alonso, Gary Busey e Bill Paxton, mentre sotto il costume dell'alieno è presente Kevin Peter Hall.
Siamo nel 1997, dieci anni dopo gli eventi del film precedente, in una Los Angeles futura rispetto all'uscita della pellicola devastata da continue lotte tra gang di narcotrafficanti e la polizia, che causano sparatorie sanguinosissime per le strade della città. Il tenente Mike Harrigan, particolarmente duro e scontroso, decide di intervenire contravvenendo agli ordini dall'alto, mentre nel frattempo una creatura sta osservando gli eventi dai tetti della città. La creatura, riesce ad irrompere in un palazzo in cui si erano rifugiati dei narcotrafficanti, così come la squadra di Harrigan riesce a fare irruzione nello stesso palazzo, scoprendo che i criminali che si erano nascosti al suo interno sono stati tutti scorticati e uno di questi appeso al soffitto. Il capo della banda di criminali, terrorizzato e fuggito sul tetto, viene ucciso dallo stesso Harrigan, che poco dopo viene redarguito per insubordinazione e affiancato all'agente dell'FBI Peter Keyes, che sta indagando sulla morte atroce di molti grossi criminali della città.
Il reset perpetrato ai danni di questo secondo capitolo della saga, per quanto mi riguarda, non ne ha intaccato la qualità: siamo davanti ad un secondo capitolo che in quanto allo schema narrativo non si discosta poi molto dal capitolo precedente, pur avendo una trama diversa, un'ambientazione diversa e dei protagonisti diversi. In particolare anche in questo film il Predator non viene mostrato subito in tutte le sue fattezze, ma bisogna attendere un po' prima di vederlo veramente in azione, dato che nelle fasi iniziali si vede solo il suo punto di vista, con il suo ricettore termico sempre in azione e in alcuni casi lo si vede attraverso la traccia di ormoni che lascia mimetizzandosi. Avrebbe d'altronde avuto poco senso fare come nel film precedente in cui il nemico veniva mostrato solo a partire dalla seconda metà, dato che qui sin dall'inizio sappiamo dove si dovrà andare a parare. In questo senso l'ambientazione cittadina di certo non favorisce una giusta creazione della tensione, al contrario di quanto veniva fatto con le scene nella giungla nel film precedente: sia chiaro, la tensione c'è, ma sicuramente in tono minore, così come anche il fascino dell'ambientazione viene decisamente meno. Nonostante questi difetti rispetto al film precedente, con "Predator 2" ci troviamo davanti ad un film d'azione un p' più classico, che ricalca in tutto e per tutto quelle che erano le tematiche e gli stratagemmi di "Predator". Viene mantenuta la concezione per cui l'alieno possieda una sorta di etica e decida di uccidere solamente persone armate - tranne nell'ottima scena della metropolitana in cui vi è una vera e propria carneficina - così come è presente il senso di rispetto verso un avversario che ha saputo tenere testa ad un essere decisamente più forte fisicamente e molto più dotato a livello tecnologico. Ricordo poi con estremo piacere la scena in cui Predator uccide King Willie, interpretato da Calvin Lockhart, decapitandolo in una scena epica e conservando il suo cranio come trofeo.
Con "Predator 2" siamo dunque davanti ad una scelta cinematografica per la quale lo spostamento di location non penso abbia giocato particolarmente a suo favore, ma sicuramente Stephen Hopkins ha saputo ricavare il meglio possibile con ciò che aveva a disposizione. I personaggi sono abbastanza abbozzati e corrispondono a dei tipi ben contraddistinti nel cinema americano: Harrigan è un poliziotto violento e aggressivo, Leona la poliziotta un po' mascolina che sembra refrattaria alle attenzioni maschili, Jerry Lambert è il poliziotto convinto sciupafemmine e un po' chiacchierone, ma veramente bravo nel suo lavoro, mentre Peter Keyes è il tipico capo estremamente stronzo che usa il suo potere per tentare di intimidire i suoi sottoposti. Nonostante questi siano personaggi molto stereotipati li ho trovati comunque abbastanza interessanti e in grado di far provare subito una sensazione allo spettatore, che sia essa positiva o negativa. Per questi motivi ho trovato comunque in "Predator 2" nel corso di questi anni e di qualche visione affrontata, un degno seguito del suo cultissimo predecessore, un film action un po' più classico, ma sicuramente in grado di coinvolgere dall'inizio alla fine.

Commenti

  1. Per me orrendamente sottovalutato. La giungla di cemento è stata un'ottima idea.

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