Sulla mia pelle di Alessio Cremonini (2018)
Italia 2018
Titolo Originale: Sulla mia pelle
Regia: Alessio Cremonini
Sceneggiatura: Alessio Cremonini, Lisa Nur Sultan
Cast: Alessandro Borghi, Max Tortora, Jasmine Trinca, Milvia Marigliano, Andrea Lattanzi, Orlando Cinque, Mauro Conte, Paolo Bovani, Andrea Ottavi
Durata: 100 minuti
Genere: Biografico, Drammatico
Presentato in apertura nella sezione "Orizzonti" all'ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il film "Sulla mia pelle" dedicato alla misteriosissima ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, morto in circostanze non ancora del tutto chiarite il 22 Ottobre del 2009 in seguito ad un arresto da parte dei Carabinieri, ha subito fatto discutere per la sua particolare modalità di distribuzione, che ha sin dall'inizio creato divisioni. La pellicola è infatti stata distribuita in contemporanea su Netflix e nelle sale cinematografiche, provocando discussioni, anche accese, tra gli hater di Netflix e coloro che invece sostenevano l'iniziativa, pensando che la proiezione dello stesso film nelle sale non ne avrebbe risentito. La distribuzione cinematografica poi ci ha messo del suo, distribuendo il film solamente in cinquantaquattro sale, apparentemente affossando la teoria di coloro che pensavano che gli incassi non ne avrebbero risentito: di contro "Sulla mia pelle" ha comunque avuto degli incassi più che soddisfacenti, nonostante la doppia distribuzione e la comodità di avere la visione a disposizione comodamente a casa propria, cosa che io ammetto di aver sfruttato senza sentirmi per questo uno stronzo ammazza-cinema. Passando però a parlare di cose ben più serie rispetto alla diatriba, la direzione della pellicola viene affidata ad Alessio Cremonini, regista con una sola esperienza cinematografica alle spalle e con qualche firma in prodotti televisivi dalla qualità non particolarmente alta e nemmeno particolarmente conosciuti. Nel ruolo del protagonista Stefano Cucchi abbiamo invece Alessandro Borghi, attore in grande ascesa dopo la partecipazione a "Non essere cattivo" e a "Suburra" - sia il film, sia la serie - mentre nei panni del padre di Cucchi abbiamo l'attore comico Max Tortora, con Jasmine Trinca ad interpretare la sorella Ilaria.
Il film parte subito con la morte di Stefano Cucchi, per poi narrare le vicende che la hanno preceduta, attraverso un lungo flashback che racconta la sua ultima settimana di vita, partendo dall'arresto per possesso di droga - anche se dalla narrazione cinematografica non appare ancora ben chiaro il motivo per cui Cucchi e il suo amico siano stati fermati - passando per il fermo nella stazione dei carabinieri senza che gli venga concesso di parlare con i suoi genitori o con il suo avvocato, arrivando al pestaggio, che non ci viene mostrato, ma solamente fatto intuire, che poi farà precipitare le cose in una settimana in cui le mancanze, da parte di tutte le figure coinvolte in questa storia, appaiono evidenti, soprattutto alla luce di una vicenda in cui ancora non si conosce un vero e proprio colpevole e non si è ancora avuta una vera e propria condanna per gli autori del gesto.
La narrazione delle vicende accadute nel corso della settimana intercorsa tra l'arresto e la morte di Stefano Cucchi è parecchio dettagliata e Alessio Cremonini decide di fare in modo che il film risulti una specie di cronaca degli eventi, senza far trasparire la propria opinione sulla vicenda e senza rendere la pellicola un santino, addirittura evidenziando anche tutti quegli errori di valutazione, o di ingenuità, commessi nel corso di quella settimana sia dallo stesso Cucchi, sia dalla sua famiglia come il lasciare il figlio in carcere per dargli una lezione, il rifiutare le cure ospedaliere per principio o il non aver mai veramente detto cosa fosse successo la notte dell'arresto e i motivi per cui si trovasse in condizioni così disperate. Fanno specie poi tutte quelle negligenze da parte dei rappresentanti delle autorità, persone di cui il popolo dovrebbe potersi fidare sempre e comunque e che invece qui vengono sensibilmente ridimensionate, con scuse di livello burocratico che vengono tirate fuori ogni qual volta i genitori di Cucchi si recano a fargli visita senza mai riuscire a vederlo. Il risultato finale è una pellicola estremamente realistica, che pone il centro sulla sofferenza del protagonista e in cui difficilmente lo spettatore non si sente coinvolto. "Sulla mia pelle" è, da questo punto di vista, un pesantissimo pugno nello stomaco, una visione di certo non piacevole e forse nemmeno necessaria, ma sicuramente un buon modo di ricordare il protagonista delle vicende che vengono narrate in questo film.
Dal punto di vista recitativo si sono spese a destra e a mancina parole di elogio per Alessandro Borghi e per la sua interpretazione: parole di elogio quanto mai giustificate vista la trasformazione dell'attore che si è totalmente annullato in funzione del personaggio che doveva interpretare. Carica ancora di più il già di per sè marcato accento romanesco, rendendolo ancora più "popolare", sembra vivere sulla sua stessa pelle - gioco di parole un po' infelice, devo ammetterlo - le sofferenze subite da Stefano Cucchi, con la scena del processo per direttissima in tribunale che è un vero e proprio manifesto del suo modo di recitare - sentiremo poi nei titoli di coda la versione originale di quell'interrogatorio in tribunale registrato e l'uguaglianza è veramente sorprendente. Bene anche Max Tortora che vedo per la prima volta in un ruolo drammatico, seppur abbastanza marginale e anche Jasmine Trinca nei panni della sorella di Stefano è abbastanza brava, anche se il problema dei non protagonisti di questo film sta nel fatto che stanno talmente poco in scena e hanno un ruolo quasi marginale che viene offuscato totalmente dalla centralità totale che è stata data al protagonista in questo film.
Ero convinto che il film avrebbe fatto discutere di più per la questione Netflix, invece, per una volta, internet e le persone mi hanno sorpreso in positivo: "Sulla mia pelle" è un buonissimo film che rifugge dal rischio di fare un santino di Stefano Cucchi e narra, in maniera di certo non piacevole ma emotivamente coinvolgente, l'ultima settimana di vista del protagonista. E', in questo senso, un film umanissimo.
Voto: 7,5
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