MINISERIE - La cattedrale del mare



La cattedrale del mare
(miniserie)
Episodi: 8
Regia: Jordi Frades, Salvador García Ruiz
Rete Spagnola: Antena 3
Rete Italiana: Netflix
Cast: Aitor Luna, Pablo Derqui, Michelle Jenner, Josep Maria Pou, Silvia Abascal, Nathalie Poza, Andrea Duro, Críspulo Cabezas
Genere: Drammatico, Storico


Avete presente quel periodo della vostra vita in cui i professori delle superiori vi obbligavano a leggere una marea di libri e a voi veniva la nausea, non tanto per il fatto di dover leggere, quanto più che altro per il blocco psicologico che dava il fatto di essere obbligati a leggerli. I suddetti prof delle superiori poi, soprattutto durante l'estate, si divertivano a dare un numero talmente spropositato di libri da leggere, il più delle volte con la scusa del "voi date priorità a questo e quest'altro, che gli altri ci serviranno più avanti nel corso dell'anno" e lì non solo ci si metteva la prof di italiano, che magari aveva da insegnarti quattrocento anni di letteratura in un anno, ma anche la prof di inglese, che meno di tre non te ne assegnava - e uno di questi era Jane Austen perchè così voi maschi inizierete a capire meglio le donne -, poi anche quella di storia e filosofia, almeno uno per materia. Succede però che, nel corso degli ultimi mesi delle superiori, la profesoressa di italiano decide di consigliarci di leggere un romanzo per diletto personale: sì, ce lo dà come compito, quindi in qualche modo mi sono sentito obbligato, però tranquillizzando la classe dicendo che non finirlo in tempo oppure non volerlo leggere non sarebbe stato un problema, semplicemente la discussione sarebbe venuta meno. Tale romanzo era "La cattedrale del mare", primo libro dello scrittore spagnolo Ildefonso Falcones che poi nel corso di questi anni ha scritto anche interessantissime epopee come "La mano di Fatima", "La regina scalza" che sto per completare giusto in questo periodo e "Gli eredi della Terra" che sarà sicuramente una delle mie prossime letture. Il romanzo me lo sono letteralmente divorato, nel giro di meno di una settimana - sì, per me finire un romanzo in meno di una settimana vuol dire divorare, io sono estremamente lento e soprattutto preferisco leggere a piccole dosi, piuttosto che leggermi duecento o trecento pagine in un giorno - e l'ho letteralmente amato alla follia. Ora, che sono passati più di dieci anni dalla lettura, scopro dell'uscita, pochi mesi fa, di una serie televisiva spagnola tratta proprio da "La cattedrale del mare", poi arrivata su Netflix pochissimo tempo dopo e, memore di quanto mi era piaciuta "I pilastri della Terra" - serie tratta dal mio romanzo preferito in assoluto, pur con tutte le sue differenze - ho deciso di darle un'opportunità.
Non è facilissimo raccontare la trama del romanzo e della serie in poche parole, essendo entrambi particolarmente lunghi e articolati, però ci provo, giusto per inquadrare la questione. Siamo nel XIV secolo, a Barcellona, con la storia che si articola durante il periodo in cui si stava costruendo la cattedrale di Santa Maria del Mar, da cui il titolo. Protagonista della vicenda è Arnau Estanyol, interpretato da Aitor Luna figlio di Bernat e di Francesca. Separato presto dalla madre, segregata nel palazzo del signore, Bernat e il figlio, ancora in fasce, riescono a fuggire a Barcellona, rifugiandosi dalla sorella del padre. Qui inizierà a fare conoscenza con i bastaixos, una confraternita di scaricatori di porto che da tempo sta costruendo una cattedrale dedicata alla Madonna, cui Arnau e il suo fratello acquisito Joan, interpretato da Pablo Derqui, sono molto legati. La storia seguirà tutta la vita di Arnau, passando attraverso l'amore clandestino per Aledis, interpretata da Andrea Duro, per il matrimonio non voluto con Elionor, interpretata da Silvia Abascal, fino ad arrivare all'amore per la figlia adottiva Mar, interpretata da Michelle Jenner, e alla sua carriera da banchiere, che lo porta a diventare Console del Mare di Barcellona, figura ricca e potente per l'epoca conquistata grazie all'amicizia con esponenti di spicco della comunità ebraica della città.
La lettura del romanzo e la visione della serie da esso tratta, entrambe attività svolte con piacere, sono conseguenza della mia passione non tanto per la storia - sono un po' un capretto in materia e come al solito professori a caso alle scuole superiori non hanno proprio contribuito a farmela piacere - quanto per la curiosità che mi lega allo stile di vita medioevale e alle barbarie messe in atto dall'Inquisizione, passione che è sfociata nell'esagerato fanatismo verso il gruppo "Feudalesimo e Libertà", di cui seguo orgogliosamente le gesta sia su Facebook sia nei raduni ufficiali, che sono sempre un grande spasso. Il risultato riguardo la visione della serie è la sensazione che il romanzo rimanga bellissimo - sarà difficile per me rileggerlo, raramente lo faccio - mentre la miniserie televisiva un po' meno. Non mi ritengo uno di quei book-nazi che vuole che l'opera audiovisiva sia fedele a quella letteraria e questa a memoria lo è persino parecchio, ma ho avuto la sensazione, guardando gli otto episodi di questo sceneggiato, che l'adattamento visivo del romanzo non funzioni al meglio sullo schermo. Così come i capitoli del libro seguono diverse componenti della storia che avvengono in punti diversi della città di Barcellona, con alcuni personaggi che nemmeno interagiscono, anche la serie fa così e da questo punto di vista non c'è troppo da lamentarsi. Ciò che invece non mi ha particolarmente convinto è il fatto che anche la narrazione della serie cerchi di seguire la struttura in capitoli, con eventi che iniziano e finiscono in maniera piuttosto instanziata, a volte autoconclusivi lasciando sempre con la sensazione che ci fosse qualcosa di incompleto.
Così come con il romanzo, anche per quel che riguarda questa miniserie ho preferito la seconda parte, precisamente dopo che la peste colpisce la città di Barcellona uccidendo buona parte dei personaggi che avevamo conosciuto con l'Inquisizione che comincia a diventare argomento importante per la storia, così come l'avversità della comunità cristiana verso quella ebraica. Insomma, solitamente odio, quando parlo di trasposizioni, dire "era meglio il libro" anche perchè in questo caso, sempre andando a memoria, sono praticamente uguali e la storia non viene stravolta. Semplicemente penso che si sia voluta trasporre la storia in una maniera che funziona meglio su carta piuttosto che su schermo, con un risultato accettabile e che mi ha abbastanza coinvolto emotivamente, senza però strafare e senza soddisfarmi come avrei pensato.

Voto: 6,5

Commenti

  1. M'ispira da sempre il romanzo di Falcones, mentre quasi quasi lascio perdere la serie TV...

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  2. I pilastri della terra non mi ha entusiasmato, e quindi modestamente passo ;)

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